La Città Sotterranea


Si recarono al pozzo, Harry aveva ancora con sé il bastone preso al mago nero, ma dopo aver passato e ripassato tutto il suo perimetro e i luoghi circostanti senza che nulla accadesse si sedettero sulla riva scoraggiati.

- Questo si chiama il cenote di Xtoloc mentre quello a nord si chiama il Sacro cenote. -

- Perché non lo hai detto prima! - Esclamò Hermione

- Guidaci. - Disse Harry

Seguendo la loro guida Harry ed Hermione attraversarono di nuovo il boschetto costeggiarono la piramide a gradini, oltrepassarono un'altra costruzione, percorsero un'ampia strada fino ad arrivare al Sacro cenote.

- Sarebbe questo il pozzo Sacro? - chiese Harry indicandolo con la punta del bastone.

Mentre pronunciava quelle parole il cristallo incastonato nel bastone emise dei bagliori mentre i riflessi sulla superficie dell'acqua divennero sbiaditi.

- Punta di nuovo il bastone sull'acqua, tienilo fermo. - Consigliò il vecchio mago.

Harry lo fece, dal cristallo si sprigionò un raggio di luce che colpì l'acqua, poco alla volta i riflessi del paesaggio cambiarono per lasciare posto a una parete di roccia, la stessa che si poteva vedere sulla destra. Il raggio colpiva un punto esatto di quella parete, esaminandola attentamente e a lungo si potevano scorgere le fattezze di un portale.

- Il cristallo è la chiave della porta. - disse Hermione

- Penso di si e va messo nell'incavo sulla roccia esattamente nel punto colpito dal raggio. - disse Harry

Costeggiarono il laghetto fino a raggiungere una parete rocciosa liscia e perpendicolare, a una prima occhiata non vi erano indizi che ci fosse qualche porta o comunque modo di entrare, ma a uno sguardo più attento si poteva notare un incavo sagomato proprio ad altezza d'uomo. Sembrava il calco del cristallo incastonato sul bastone che Harry aveva con sé. Arrivati di fronte osservò con cura poi decise di inserire il cristallo nell'incavo, vi entrò perfettamente e si sentì un click ma non avvenne nient'altro. Hermione cominciò a tastare la parete rocciosa e si accorse che, parte di essa, poteva scivolare come una porta scorrevole. Benché il suo spessore era di circa un metro ed era alta quanto larga, circa due metri non era necessario applicare uno sforzo particolare per aprire quella porta. Oltre la porta si poteva vedere una piattaforma, una scala che scendeva e dei corridoi. Entrarono e la porta lentamente si richiuse alle loro spalle. Piombarono nel buio più totale e l'aria era stantia quasi fetida.

- Lumos maxima! - Hermione illuminò il cammino.

La temperatura interna era molto più fresca di quell'esterna e pareva costante, probabilmente rimaneva quasi costante durante tutto l'anno, fresca d'estate e tiepida in inverno. Subito si presentarono dei labirinti scavati nella roccia del terreno, che portavano ad aperture, stanze, cunicoli di roccia giallastra striata dagli attrezzi che la scolpirono. Iniziarono a scendere giù per gli scalini, attraversando corridoi stretti e bassi entrando nelle stanze ampie, con i soffitti a volta poggianti su grosse colonne di roccia, che a loro volta conducono a delle piccole celle senza altre uscite. Per essere stata chiusa e inutilizzata per così tanto tempo l'aria era relativamente fresca anche se un vago fetore aleggiava in quell'atmosfera. Infatti vi erano profondi pozzi di ventilazione che collegano i vari livelli alla superficie e consentivano un ottimo scambio d'aria. Continuando la loro perlustrazione fecero una macabra scoperta, in alcune piccole celle cieche, adibite a camere da letto, trovarono degli scheletri, le persone sembravano morte nel sonno sebbene avessero assunto delle posizioni piuttosto innaturali. Probabilmente questa era la fonte del vago fetore, nonostante il ricambio dell'aria, che permeava l'atmosfera di quel luogo. Dopo aver perlustrato quel piano scesero al successivo, l'architettura era molto simile a quella già esplorata solo che al centro, o almeno quello che a loro parve essere il centro si estendeva una grande sala con in mezzo un grosso scranno, sembrava la sala del trono degli antichi castelli Inglesi. Si avvicinarono alla sedia al suo fianco vi era un tavolo con alcuni fragili fogli che riportavano una scrittura sconosciuta ad Harry e a Hermione. Tuttavia il loro accompagnatore era in grado di leggerla:

" ... qui si riporta la testimonianza del viaggio supremo che il popolo Maya intraprenderà. Come sapete parte della natura umana è volta a ricercare la sua casa, è una sensazione che ognuno di noi prova. Questo è il nostro mondo tuttavia qualcosa di indefinito ci dice che non è la nostra casa. Il nostro popolo cercò di risolvere la cosa e avendo acquisito un grande controllo dei sogni provò a ricostruire la propria casa rendendo i sogni di tutti una realtà. Ora ci apprestiamo a trasferirci in quel luogo ovvero ci addormenteremo qui e ci sveglieremo finalmente a casa ... "

Il cattivo stato di conservazione impediva di leggere il resto della scrittura.

- Ecco cosa è successo ai nostri antenati. - Disse il mago

- Ma quegli scheletri? - Chiese Hermione

- Probabilmente non riuscirono ad agganciarsi al sogno della maggioranza e quindi perirono. Le loro posizioni indicano un grande sforzo per adattarsi a qualcosa di diverso ma indicano anche il loro fallimento. -

Harry stava ispezionando il trono quando si accorse che sull'alta spalliera vi era un un cristallo, sembrava il fratello maggiore di quello che stava portando sul bastone. Provò a toccare quel cristallo con il suo e improvvisamente la stanza fu illuminata da una luce color pesca, mentre provava una sensazione strana sembrava quasi che sognasse quella stanza. Ben presto si accorse che anche i suoi due compagni di avventura provavano le stesse sensazioni.

- Quel cristallo contiene una registrazione dell'abilità dei miei antenati ed è stato attivato. Ora noi stiamo sognando da svegli. -

- Proviamo. - Disse Harry

Senza abbassarsi piegò le ginocchia alzando i piedi, e si accorse di poter fluttuare come aveva fatto nelle grotta verso l'albero della vita.

- Fate come me alzate i piedi dal terreno piegando le ginocchia. -

Il Mago non ebbe problemi, probabilmente conosceva già quel trucchetto, ma Hermione era abbastanza restia a farlo. Harry le girò intorno esortandola rassicurata ci provò e anche lei si ritrovò a fluttuare nella stanza. Ora non avevano più bisogno della luce della bacchetta e potevano muoversi più veloci. Continuarono nella loro discesa lungo i vari livelli ai quali si accedeva attraverso strette scale arrivando alle stanze sotterranee che avevano diverse funzioni. Vi erano sale da pranzo comunitarie, cantine e dispense in cui venivano conservati gli alimenti. Stanze nere per la fuliggine erano utilizzate come cucine, altre contenevano le macine per i vari cereali vi erano pozzi per attingere da un corso d'acqua sotterraneo, era una città autosufficiente, vera e propria. Continuarono a scendere ed a esplorare i livelli diventavano sempre meno ampi e in effetti la costruzione era un'enorme piramide capovolta, ora si stavano avvicinando alla punta. Esplorarono ancora un livello, probabilmente destinato allo stoccaggio dei viveri e scesero lungo l'angusta scala. Si ritrovarono in una meravigliosa unica stanza scavata in un enorme cristallo, era la punta della piramide. Le pareti scintillavano nonostante la luce color pesca che illuminava tutti i luoghi da loro visitati. La stanza di forma quadrata non era molto ampia e da una parete sgorgava una piccola sorgente che veniva raccolta in un bacile di cristallo, lo scarico scendeva e oltrepassava il pavimento per perdersi chissà dove.

- Questa è senza dubbio la sorgente della purezza. - Affermò il Mago – L'antica leggenda diceva che le donne potevano bere da essa e solo pochi uomini erano in grado di bere e poter sopravvivere. L'acqua, ai maschi che avrebbero sopportato il suo potere, poteva fornire a loro il discernimento necessario affinché le loro azioni potessero rispettare l'interrelazione tra tutte le forme di vita evitando squilibri che avrebbero causato morte e catastrofi. -

- Bene occupiamoci della coppa. - Disse Hermione estraendola dalla borsa.

Attinse dalla sorgente e dopo alcuni istanti il dono di Tassorosso riprese le sue sembianze originali, ma l'acqua nella coppa rimase torbida. La signorina Granger la svuotò e rifece l'operazione. L'acqua nella coppa, pur avendo un certo miglioramento, rimaneva ancora opaca e se le leggenda diceva il vero il rituale di purificazione non era ancora concluso. Hermione continuò ad attingere e a svuotare la coppa ma il risultato finale non si presentava, l'acqua rimaneva leggermente torbida.

- Bisogna bere dalla coppa! - Affermò Harry. - Devo farlo io. -

- No non posso permetterlo! . - Berrò io.

- Non credo che funzioni, la leggenda dice che le donne possono bere impunemente ma i maschi no. La magia oscura lanciata su questa coppa proviene da un maschio e uno di loro deve cancellarla. - Rispose Harry

- Temo che il tuo amico abbia ragione. - Confermò il Mago.

- Ma quell'acqua potrebbe paralizzarti, farti dimenticare, uscire di senno procurarti dolore o ucciderti. Non voglio! - Urlò esasperata Hermione

- Stai tranquilla alla fine tutto andrà bene. -

Harry prese la coppa la riempì e bevve l'acqua, per un momento nulla successe poi si sentì come quella volta nell'atrio del ministero della magia durante la battaglia tra Silente e Voldemort. Sentì di essere posseduto ancora da quella presenza nefasta e che lui cercava di combattere, le conoscenze malvagie di Voldemort erano giunte improvvisamente e contemporaneamente alla sua coscienza, Harry cercava di combatterle con quanto di buono aveva imparato durante la sua vita. Si rese conto che quella battaglia lo stava indebolendo e lentamente lo conduceva verso la svolta finale. Smise di lottare, a questo punto nella sua mente si formò l'immagine del caduceo, il bastone di Salazar. Ecco come avrebbe dovuto sistemare la cosa, nessun combattimento semplicemente rimettendo a posto le due polarità il bene e il male. Sapeva che non potevano esistere l'uno senza l'altro, il fattore discriminante era l'uso, il potere di scelta che l'essere ha sempre avuto. Smise di contorcersi e si rilassò.

- Temevo di averti perso. - Disse abbracciandolo Hermione.

- Hai compiuto una notevole impresa mio giovane amico. - Disse il Mago.

- Provate a mescere l'acqua con la coppa. - Rispose sorridendo Harry

Prontamente Hermione attinse l'acqua e fu la più pura e cristallina che avesse mai visto anzi si sarebbe potuto dire che la coppa fosse vuota.

- Ce l'hai fatta anche questa volta mascalzone. - Scherzò Hermione.

- Molto bene ora possiamo fare ritorno. -

Risalirono le anguste scalinate fino ad arrivare alla sala del trono diedero un ultimo sguardo a quell'insolita spalliera sormontata da quel grosso cristallo e lasciarono quel posto per riguadagnare l'uscita. Mentre svoltavano per raggiungere la scala, la luce color pesca svanì, si sentirono di nuovo completamente svegli ed Hermione dovette mettere mano alla bacchetta per illuminare il cammino. Arrivarono alla porta scorrevole e senza alcuno sforzo la aprirono venendo inondati dalla luce abbacinante del giorno.

Raggiunsero il rifugio e vi trovarono i loro amici completamente preoccupati credendo di averli persi.

- Finalmente siete tornati sono passati otto giorni da quando ve ne siete andati. - Li accolse Ron

- Otto giorni? Come è possibile? - Esclamò sbalordita Hermione.

- Ricordate? - Li interruppe il Mago – Abbiamo esplorato la maggior parte di quella città in sogno, quindi la sensazione del trascorrere del tempo era alterata. Se ci sono voluti otto giorni quella città è davvero enorme. -

Al sentire queste parole vollero conoscere tutta la storia, passarono il pomeriggio, la cena e la maggior parte della notte a raccontarsi le loro avventure. Finito il racconto della città Maya, fu la volta di Neville il quale aveva scoperto una sua dote ovvero percepire l'energia degli esseri viventi che il suo insegnante, Ihuity, gli aveva fatto recuperare. Descrisse ciò che aveva imparato riguardo alle piante e il loro uso, come distinguerle dalla configurazione energetica. Poi fu la volta di Ron e Mirina a descrivere come si poteva prevedere il comportamento umano in base alle emozioni provate, anche in questo caso il loro insegnante, Nauhy, insegnò loro a percepire l'energia delle persone e a stabilire in quale emozione stavano agendo. Impararono anche a sintonizzarsi con loro e ad aumentare o a diminuire l'energia facendo cambiare l'emozione e quindi comportamento. Non molto ebbero da dire Ency, Luna e Demelza, avevano anche loro sognato tutto il tempo imparando come muoversi nei sogni e come controllarli ma per qualche motivo non riuscivano a trasformare in parole quello che avevano imparato.

Il mattino seguente Harry si svegliò presto, si era ricordato della promessa fatta al capobranco dei draghi, e voleva mantenerla. Uscì quindi da dietro ai cespugli ma si accorse di non essere da solo, Luna e Neville erano usciti prima di lui.

- Ciao Harry, mattiniero eh? - Lo salutò Neville

- Che ci fate voi due qui fuori? - Chiese Harry

- Oh beh non riuscivamo più a dormire ... - Rispose Luna

- Bene allora venite con me. -

Fecero una lunga camminata attraversarono un boschetto e lasciarono la città Maya addentrandosi in una piccola foresta. Harry sentiva che i draghi erano molto vicini infatti dopo aver oltrepassato dei grossi alberi arrivarono nei pressi di una grotta. A guardia dell'entrata c'era uno dei giovani sconfitti a quel gioco simile al Quidditch, ma quando si rese conto di aver di fronte Harry si spaventò e fuggì via.

- Che gli hai fatto per spaventarlo così? - Chiese Neville

- Abbiamo sconfitto il suo padrone, ricordi? -

- Quello stregone era il suo padrone? -

- Si! Ora mi teme e non vuole avere a che fare con me. - Rise Harry

- Perché siamo qui? -

- Devo mantenere una promessa. -

- Che promessa? - Chiese Luna.

- Devo rendere loro la libertà. - Rispose indicando due draghi che si erano avvicinati alle sbarre che chiudevano la grotta.

- Wow! Magnifiche creature! Questi sono degli Amphitere lo sai che possono volare per lunghe distanze se bevono una speciale pozione? -

- Quanto lungo? - Harry – Che pozione? - Neville. Le domande furono fatte contemporaneamente.

- Potrebbero portarci in Inghilterra facilmente, si dice che possano fare il giro del mondo. La pozione si chiama fuoco liquido ma non ho idea di come si prepari. -

- Si da il caso che io lo sappia. - Disse Neville – Mi è appena stata insegnata dal Mago esperto di piante. -

- Bene chiederò se ci vorranno condurre a casa, ma nel frattempo apriamo questa dannata gabbia. -

Luna estrasse la bacchetta puntandola verso la roccia che teneva fissata la barriera esclamò:

- Bombarda! -

La cancellata privata dai suoi attacchi cadde ai piedi dei tre amici e i draghi fuoriuscirono dalla loro prigione. In tutto erano dieci, quelli che avevano preso parte alla partita più una femmina e il suo cucciolo. Se ne andarono velocemente rimase solo quello cavalcato da Harry, gli si avvicinò ed Harry ne approfittò per chiedere se fossero stati così gentili da condurli in Inghilterra. Il capobranco chiese se vi era, in quel luogo, un posto che li poteva ospitare in quanto essendo già stati catturati avrebbero potuto essere fatti prigionieri facilmente un'altra volta. Harry li assicurò descrivendo la foresta proibita e il suo custode che era preparatissimo e amava le creature magiche. Fu subito d'accordo e disse che sarebbero partiti non appena la pozione fosse pronta, nel frattempo avrebbero dovuto rimanere nascosti nel folto della foresta evitando di farsi catturare.