Ritorno a Casa
- March 7th, 2016
- -
- Doppio_Sguardo
Risolta la faccenda fecero prontamente ritorno, Neville contattò Enceladus per preparare la pozione fuoco liquido mentre Luna si attardò un attimo con Harry.
- Vedi anche tu quella specie di nebbia giallastra alla tua destra? - Chiese Luna
- No. Ma me la potresti descrivere? -
- A volte la vedo, ho incominciato a vederla dopo le lezioni sul sognare di quella strega. È come un muro ma se giro la testa per vederla di fronte gira anch'essa. -
- Uhm interessante. Potrebbe essere la separazione dei mondi, sai, quando mi avete salvato da quel mondo, la barriera che vedevo era in effetti un muro di nebbia giallastra. Se si riesce a fermarlo e a vederlo di fronte forse si potrà anche superarlo. -
- Wow! Proviamo? -
- Grazie ma non ci tengo, quel luogo non mi stava simpatico e non intendo tornarci, salvo cause di forza maggiore. -
- Ti capisco. -
La pozione sarebbe stata pronta per l'indomani mattina. Avevano pianificato di intraprendere il viaggio alle prime luci dell'alba in modo da arrivare nella foresta proibita di notte riducendo al minimo le probabilità di essere avvistati. Essendo quella l'ultima giornata in compagnia di quella gente Harry andò a ringraziarli per l'aiuto che gli avevano fornito. Fu ricevuto dai tre Maghi e fece loro dono del bastone usato dallo stregone malvagio. Nel ringraziarlo lo misero al corrente che avrebbero voluto trasferirsi in quella mitica città e che quel dono capitava proprio al momento giusto.
All'alba erano tutti svegli, e pronti per il ritorno. La pozione fuoco liquido era pronta, ed abbondante. Si inoltrarono nella foresta in cerca dei draghi, giunti davanti alla grotta che serviva da prigione sentirono dei rumori come se ci fosse un specie di lotta. Seguirono la fonte e si trovarono ad osservare la cattura del piccolo drago da parte dei quattro giovanotti ex seguaci dello stregone. Prontamente Luna intervenne lanciando una selva di incantesimi paralizzanti alle gambe dei malcapitati. Il piccolo era salvo e fu subito raggiunto dal branco al completo, ormai tutto era pronto Mirina e Harry fecero bere il fuoco liquido ai nove draghi che come risultato provocava un'enorme e infuocato rutto. Lingue di fuoco andarono a colpire i quattro malcapitati ancora con le gambe paralizzate ustionandoli. Ciascuno di loro salì sulla schiena di un drago aggrappandosi alle piume del collo e poggiando bene le ginocchia all'attaccatura della ali mentre mamma drago fece salire il suo piccolo che le si avviluppò al collo come una sciarpa. Il sole cominciava a mostrarsi all'orizzonte quando la strana comitiva lasciava lo Yucatan per fare ritorno in Inghilterra.
Mentre la carovana, che aveva assunto l'aspetto del mitico serpente piumato, si librava nel cielo i loro inseguitori arrivavano trafelati nel punto dal quale gli oggetti del loro inseguimento erano partiti. Lo smacco era grande e ancor più grande era la sconfitta, ovvero nemmeno questa volta erano riusciti ad identificare gli altri partecipanti della spedizione. Avevano fatto fiasco nuovamente, Dunce e Cubbish si sedettero scoraggiati su due sassi mentre il pellerossa se ne stava in disparte. L'ometto calvo incominciò a giocherellare nervosamente con la sua bacchetta, poi ad un tratto sbottò:
- Per tutti i folletti della Cornovaglia li abbiamo persi di nuovo. -
Nel proferire questa imprecazione la sua bacchetta era casualmente puntata verso delle foglie ammucchiate dal vento. Ci fu un pandemonio. Minuscoli esseri blu elettrico schizzavano in tutte le direzioni come missili. Una decina se la presero con Dunce cercando di infilare le loro aguzze dita in tutti gli orifizi della sua testa occhi compresi. Mentre cinque di loro afferrarono Cubbish per le ascelle lo sollevarono in aria e lo deposero per niente delicatamente sui rami di un albero. Altri si erano procurati dell'acqua e fecero fare ai due malcapitati una doccia fuori programma. Non soddisfatti raccolsero delle frasche e cominciarono a sculacciare Cubbish mentre cercava di scendere dal ramo, il dolore era così forte che mollò la presa schiantandosi al suolo. Provvidenzialmente Dunce riuscì ad estrarre la sua bacchetta e in un momento di relativa quiete lanciò l'incantesimo:
- Glacius! -
Dalla bacchetta scaturì un gelido raggio in grado di congelare la gran parte dei folletti ma congelò anche il suo compare caduto a terra.
- Peskipiksi Pesternomi! -
Stavolta l'incantesimo funzionò, mentre al professor Allock non era riuscito perché non aveva immobilizzato prima i folletti con un altro incantesimo. Dunce si liberò dei folletti ancora aggrappati ai suoi vestiti poi si sedette ad aspettare che il suo degno compare scongelasse.
Era una notte gelida di inizio Febbraio quando i dieci draghi e i loro cavalieri atterrarono nella radura al centro della foresta proibita, gli otto amici ringraziarono i loro mezzi di trasporto e si avviarono verso la casa di Hagrid. Stava albeggiando quando raggiunsero la capanna, bussarono alla porta. Ci volle un po' di tempo prima che il guardiacaccia rispondesse, e quando lo fece, aprì la porta, solamente una fessura, si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse alcun visitatore sgradito, pallido e tremante.
- Siamo noi! - Disse Harry. - Lasciaci entrare, così possiamo parlare. -
- Harry, Hermione, Neville ... -
- Non devi fare l'appello Hagrid! - Esclamò abbracciandolo Hermione.
Hagrid, fece entrare tutta la comitiva e chiuse in fretta la porta.
- Cosa succede Hagrid, come mai sei così sospettoso? -
- È per via di Draco Malfoy. -
- Draco? - Chiese Harry
- Proprio lui, è stato nominato ispettore del ministero ad Hogwarts, ... tu sai che non siamo mai stati in sintonia ... si deve "assicurare che i programmi scolastici si attengano alle disposizioni ministeriali". - Quest'ultima frase fu detta con un tono "ufficiale".
- Di nuovo il ministero mette le zampe ad Hogwarts. - Disse Neville
- Ha i poteri della Umbridge? - Chiese Hermione
- Più o meno anche se per ora si limita a far notare solo le deviazioni dal programma ministeriale. -
- E in che cosa consiste il suo compito? -
- Vedi, questo è quello che si dice tra i professori, ultimamente i materiali di insegnamento come bacchette, calderoni, scope materiali per pozioni sono alquanto scadenti, pensa che con le nuove bacchette è praticamente impossibile disarmare una persona ... Quindi abbiamo dedotto che Draco sia qui per far seguire le direttive del ministero fatte in modo da nascondere la scarsa qualità dei materiali. -
- Tu cosa centri in tutto questo? -
- Vedi io e Lumacorno abbiamo per così dire ... dei contatti che permettono di trovare ancora dei materiali decenti. -
- Mundungus è ancora in attività? - Chiese sorridendo Harry.
- Non ti sfugge niente eh? - Rispose leggermente stizzito Hagrid. - Comunque temevo avesse scoperto qualcosa vista l'ora ... -
- Eh si vista l'ora. - Disse Ron. - Devi venire con noi nella foresta proibita. -
- Adesso? -
- Si è molto importante. - Disse Harry.
Poi prese in disparte Hermione e Neville e chiese loro di andare a vedere quale effettivamente fosse la situazione alla scuola, visto che avrebbero dovuto entrare per recuperare la spada di Grifondoro. I due accettarono e si avviarono lungo i gradini di pietra che conducevano al castello. Nel frattempo i sei condussero Hagrid, che dimostrava una certa curiosità, nel folto della foresta
- C'è una cosa che devo farti vedere. - disse Harry
- Di che si tratta? - domandò Hagrid cauto, chiedendosi se il suo amico gli riservasse qualche strana sorpresa.
- Seguimi, fai piano e stai calmo. - disse Harry
- Senti, Harry, non sarà una delle tue trovate che mettono nei guai tutti quanti? -
Harry non rispose, continuava a guidare il gruppetto nel folto della foresta sempre più illuminata dai primi raggi di sole. Quando arrivarono in prossimità dello spiazzo Harry fece cenno di fermarsi e di rimanere dietro ai cespugli, poi indicò ad Hagrid la radura. Il guardacaccia spostò dei rami per vedere meglio rimanendo a bocca spalancata. Nella radura c'erano dieci draghi che non aveva mai visto, rimase senza parole a contemplare quelle creature come se avesse visto il più prezioso tesoro esistente sulla faccia della terra.
- Vuoi vederli più da vicino? - chiese ad un Hagrid molto eccitato.
I due avanzarono fino all'inizio della radura poi Harry fece cenno di non avvicinarsi oltre. Il capobranco li vide e riconobbe Harry, si avvicinò a loro.
- Tutto bene, Hagrid? - Chiese Luna che li aveva raggiunti
- Una meraviglia. - Rispose come se fosse in trance.
- Sai sono degli Amphitere siamo arrivati dal Messico cavalcandoli. Sono molto veloci nel volo. -
- Hanno chiesto di rimanere qui nascosti in questa foresta. - Affermò Harry
- Si e tu dovrai prendertene cura. - Disse Luna
- Creature meravigliose ... ma come ... parli con i draghi Harry? -
- Sono cugini dei serpenti ... conosco il serpentese ... quindi ... -
- Ah già certo dimenticavo. -
- Sono nelle tue mani, avvisa Hermione e Neville che i loro amici sono tornati a casa. Ciao noi ce ne andiamo a riposare. -
Si diressero verso la zona della foresta abitata dai Thestral in modo da raggiungere il numero 12 di Grimmauld Place, li trovarono e salirono tutti sul loro dorso. Ognuno di loro li poteva vedere in quanto testimoni di una morte. Prima di partire Luna lanciò su di loro un incantesimo di dissimulazione:
- Abscondas spatium! - E partirono
Alla sera si ritrovarono nel luogo sicuro, la casa di Sirius ereditata da Harry, completamente pulita ed accogliente tranne che per la stanza di Kreacher dove erano state riposte le orripilanti cianfrusaglie dei Black compresa quell'orribile ritratto starnazzante della madre di Sirius. L'elfo domestico preparò un'ottima cena e per l'occasione sfornava il suo vestito migliore, uno straccio così pulito che quasi brillava. Mangiarono in silenzio e verso la fine del pasto Neville lo ruppe.
- Per la barba di Merlino! Hagrid ci ha visto, noi sappiamo che sa tenere un segreto come una puzzola il suo fetore, siamo praticamente scoperti. -
- Non ti preoccupare, ho usato un trucco imparato da Voldemort e modificato per l'occasione. - Disse Harry.
- Cioè? - Chiese curiosa Hermione
- Sapete che Voldemort era bravissimo a manipolare la mente altrui? .
- Si! -
- Ho usato una parte di quel trucco, Hagrid si ricorda ciò che è successo ma non si ricorda delle persone. Nella sua memoria erano persone famigliari ma non saprebbe mai dire chi fossero. Cosa ha vi detto? - Rivolgendosi a Hermione e Neville
- Che i nostri amici erano tornati a casa. - Rispose Neville
- Per la barba di Merlino non ha fatto i nomi. - Realizzò Hermione.
- Non poteva ... non se li ricordava. Si ricorda di noi solo quando ci vede e poi se ne dimentica. - Sorrise Harry
- Come vanno le cose al castello? - Chiese Luna
- Non bene, le lezioni sono come sempre ma gli incantesimi, le pozioni ecc. Sono come dire ... "rammollite". La magia sta perdendo il suo potere ad Hogwarts. - Rispose Neville.
- Senza tener conto che la vecchia maledizione funziona ancora, John Dawlish, l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ha dovuto lasciare l'insegnamento ed è finito al San Mungo dopo uno scontro con una Chimera. D'altro canto che cosa ci si poteva aspettare da lui? - Aggiunse Hermione.
- Infatti, pur essendo un eccellente Auror, è terribilmente sfigato, cercò di di bloccare Silente quando fu accusato di aver formato il suo esercito, ovviamente senza successo. Inoltre, nel tentativo di scortare Hagrid ad Azkaban con altri Auror, è stato ferocemente assalito da Thor. Gli è stato anche chiesto, da Rufus Scrimgeour, di pedinare Silente ma senza riuscirci. Si è lasciato scappare delle informazioni sul luogo dove Harry si stava nascondendo proprio a Yaxley lasciando fuggire anche Cresswell. Infine, fu mandato al San Mungo da mia nonna durante il tentativo di sequestrarla per farmi calmare. - Confermò Neville
- Interessante carriera. E Draco? - Chiese Ron
- Non lo si vede molto in giro, non è quasi mai al castello e quando c'è se ne sta chiuso nel suo ufficio. Quello in cui Harry e Percy ebbero quello scontro durante la re-inaugurazione. -
- A proposito di Percy vorrei parlare con lui. - Disse Harry.
- Ma tu ufficialmente sei scomparso lo pensano tutti anzi ne sono sicuri. - Disse Neville.
- Dobbiamo sapere dove si trova Avalon, temo che questa volta non sarà facile come per le altre città. In effetti quando abbiamo lasciato il Messico non avevamo indizi su dove andare. Quindi dobbiamo pur iniziare da qualche parte. -
- Chi sa che siamo tornati? Intendo a parte voi due. - Chiese Demelza
- Solo la McGranitt. - Rispose Hermione.
- Bene avviserò la signora Weasley tramite camino. - Disse Harry
- Attento! Se fosse controllato? - Avvertì Ron
- Adotterò una linea criptata. - rispose facendo l'occhiolino.
Lasciò la sala da pranzo e si diresse verso il camino, si inginocchiò lanciò una manciata di polvere e scandì:
- Casa Weasley! -
- Harry! - Esclamò Molly. - Che piacere rivederti. -
Grazie ma non ho molto tempo, questa comunicazione è stata resa segreta ma non posso mantenerla a lungo. Ho bisogno di vedervi al quartier generale con Percy, ma non fate sapere a nessuno che siamo di nuovo in circolazione. -
- Ma Percy fa parte del Ministero. -
- Non preoccuparti vedrò cosa fare con lui, al momento buono. -
- Va bene. A domani. -
L'indomani sera mezza famiglia Weasley si presentò al numero 12, Arthur, Molly, George e Percy. Dopo gli abbracci tritacostole e le smancerie di rito resero onore alla cena profumata e invitante che faceva bella mostra di se in una linda sala da pranzo.
- Questo posto non ricorda nemmeno alla lontana il vecchio covo dell'Esercito della Fenice. E' estremamente pulita e vivibile. Complimenti! - Disse Molly
- Grazie ma il merito è di Kreacher. - Rispose Harry
- So che siete stati in giro per il mondo chissà che avventure nel mondo dei babbani. - Disse Arthur.
- I miei amici ve le racconteranno mentre parlo con Percy. -
Harry lo condusse fuori attraverso il corridoio verso lo studio, lo fece accomodare e versò due burrobirre. Non aveva fretta si limitava a guardare Percy che dava segni di grande imbarazzo. Alla fine non ce la fece a sopportare oltre quello sguardo e ruppe il silenzio:
- Allora sei ancora vivo. -
- A quanto sembra ... -
- Si certo scusa. Mi hai fatto venire hai bisogno di me? -
- Si! - Rispose, fece una lunga pausa poi chiese. - Ti ricordi la nostra chiacchierata che avrebbe dovuto avvenire durante la serata dell'inaugurazione? -
- Certo, ma dato il trambusto, non abbiamo potuto parlare. Cosa volevi? -
- Ora non ha più importanza. - Fece un'altra lunga pausa mentre l'imbarazzo di Percy aumentava. - Che ne sai del medaglione di Avalon? -
La domanda ebbe su Percy lo stesso effetto di uno schiantesimo, per un attimo fu come pietrificato poi cambiò posizione sulla sedia, si grattò la testa e sbatté nervosamente le palpebre.
- Niente, non ne so niente. La stessa risposta che ho dato a quel tipo quella sera. - Rispose con tono esasperato.
Harry lo guardò senza scomporsi poi fece un bel sorriso:
- Suvvia Percy, non dirmi che non hai indagato sulla faccenda, una persona ligia e precisa come te non può non averlo fatto. -
Il tono gentile e calmo di Harry mise ancora più a disagio il suo interlocutore che alla fine prese coraggio:
- Il malvivente stordito ovviamente fu interrogato in mia presenza, quei tre avevano agito sotto una potente maledizione Imperius, tuttavia non siamo riusciti a scoprire che fosse il mandante, la loro richiesta nei miei confronti era frutto di un malinteso. Mi avevano sentito parlare di un medaglione di Evelion una prozia di mia moglie Audrey ed avevano frainteso. -
Percy terminò di parlare e non riprese, un lungo silenzio intercorse tra i due, poi guardandolo fisso negli occhi Harry chiese con tono fermo e deciso:
- Riguardo alle tue investigazioni sul medaglione di Avalon che hai da dirmi? -
Percy si sentì in trappola come un monello colto a fare incetta di dolci al Mielandia.
- Ah ... Si ... Cer Cert Certamente ho ffff fatto delle ii indagini. - Balbettò.
- Quindi? - Lo incalzò Harry
Sono venuto a sapere che il medaglione è l'unico indizio che potrebbe aiutare a trovare l'isola perduta. Il motivo per cui quei malviventi la stavano cercando era per la fonte dell'eterna giovinezza, o per i tesori che custodisce. Si narra che in una grotta della montagna più alta dell'isola vi sia una fonte capace di mantenere giovani e di curare tutte le malattie. Non sono riuscito a desumere se si tratti di cosa vera o di un semplice racconto, tuttavia sembra che l'isola sia esistita veramente anche se al giorno d'oggi pare non esservi traccia. -
- Grazie, qual'è il risultato delle tue ricerche riguardo al medaglione? -
Il senso di imbarazzo assalì di nuovo Percy chiudendogli la bocca dello stomaco, facendolo ansare. Lottò con se stesso per alcuni secondi e poi rispose:
- Pare che esista vi sono molte voci a riguardo ma distinguere quelle vere dalla fantasia è un'impresa ardua, io stesso non ne sono venuto a capo. Quella che mi era sembrata plausibile aveva a che fare con Merlino ma alla fine era anche la più sfuggente. Non sono riuscito a saperne altro nemmeno rovistando nelle misteriose stanze dell'Ufficio Misteri. -
- Uhm capisco. Grazie. -
Raccogliendo tutto il suo coraggio Percy chiese:
- Dove sei stato e perché ti interessa il medaglione di Avalon? -
- Sono stati in diversi mondi e in diverse parti del mondo, non basterebbe un giorno per descrivere i luoghi da me visitati. Il medaglione? Ovvio voglio trovare Avalon ma non per la sua mitica fonte o per i suoi tesori, bensì per la spada di Grifondoro. -
Percy rimase in silenzio, la risposta di Harry lo aveva scosso, dal suo punto di vista mancava di logica, ma non sembrava provenire da una persona con la mente alterata. La sua curiosità svanì e nessun'altra domanda uscì dalle sue labbra.
- Vieni raggiungiamo gli altri. - Lo invitò Harry.
Tornarono nella cucina, dove Ron e Hermione stavano raccontando parte delle loro avventure, proprio nel momento in cui veniva chiesto a Mirina di raccontare la singolare partita di Quiddich vinta in Messico. La descrizione della partita fu veramente coinvolgente che a un certo punto George si accorse di tifare per i suoi amici, il che era veramente comico e tutti scoppiarono a ridere. Ormai si era fatto tardi e per la famiglia Weasley era ora di fare ritorno, ordinatamente lasciarono la casa via camino, prima Percy, poi George, quando fu il turno di Arthur e Molly lei si fermò e chiese:
- Harry che mi dici di Percy? -
- Oh si è stato utile sebbene domani non ricorderà niente nemmeno di essere stato qui. -
- Meno male, non vogliamo grane con il ministero soprattutto di questi tempi. - Disse Arthur mentre entrava nel camino per ultimo, una fiammata verde smeraldo lasciò soli gli abitanti di quella casa.
- Hai visto? MIO FRATELLO PERCY non mi ha degnato di uno sguardo. - Si lamentò Ron
- Per forza sei un pericoloso fuorilegge, metti paura a tutti, forse crede anche che tu sia un fantasma visto che dovresti giacere annegato sul fondo dell'oceano. - Lo schernì Hermione.
- In tal caso ... tanto non si ricorderà nemmeno di avermi visto. -
- Piuttosto cosa hai saputo da lui? -
- Che non ne sa niente o quasi. Ritiene che Avalon fosse esistita e che il medaglione sia da qualche parte ma niente di più. -
- Siamo in un vicolo cieco. - Rispose sconsolata Hermione
- Abbiamo sempre i miei libri. - Disse Demelza – Specialmente Storia di Avalon di Goffredo di Monmouth potrebbe essere utile. -
- Certamente diamoci un'occhiata. - Disse Hermione