Terra!


Il viaggio con la scialuppa fu breve e in poco tempo gli otto amici avevano i piedi all'asciutto sulla distesa di sabbia. Si fermarono, a guardarsi intorno, poi Harry afferrò gentilmente il braccio di Hermione e la trasse in disparte.

- Mi piacerebbe che truccassi i dobloni con un Incanto Proteus, lo avevi già fatto al quinto anno. -

- Si certo, ma questo lo puoi fare anche tu. - Rispose quasi imbarazzata

- Forse si, ma tu sei sempre stata la migliore con gli incantesimi. -

- Grazie! - Arrossì. - Come vuoi che funzioni? .

- Ecco, su una faccia della moneta dovrà apparire il luogo dal quale uno chiama, in modo tale che gli altri possano materializzarsi in quel punto. Puoi lasciare il segnale dell'altra volta ovvero un improvviso calore che emana dal metallo. -

- Ma Harry conosco solo il modo per far apparire scritte o sensazioni come caldo, freddo ecc. ma non far apparire dei luoghi su una moneta. -

- Va bene io faccio la prima parte tu fai la seconda. - poi si rivolse a voce alta agli altri compagni, - Portatemi le vostre monete. -

Tutti si avvicinarono e consegnarono le proprie monete senza protestare tranne Ron.

- Se pensi di tenerti il mio doblone sei fuori strada amico. -

- Non essere sciocco Ron. - Lo rimproverò Hermione lanciandogli un'occhiata fulminate.

- Va bene eccolo. - Consegnandolo con evidente malavoglia.

Harry prese tutte le monete le racchiuse nelle sue mani congiunte vi soffiò sopra ed esclamò:

- Locum Videtur! -

Poi aprì le mani e consegnò le monete ad Hermione affinché terminasse l'incantesimo. Mentre la ragazza si impegnava a stregare una ad una le monete sentì il desiderio di andarsi a sedere sul promontorio roccioso che si trovava sulla loro destra. Fu seguito da Luna, Demelza e Enceladus, mentre gli altri esploravano la spiaggia e la vegetazione circostante.

- E' magnifico qui. - Affermò Luna

- Vero ma non siamo in questo punto solo per ammirare il paesaggio vero? - Chiese Ency

- No! Non lo siamo. - Confermò Harry.

- Non sono ancora scesi? - Chiese Demelza facendo un cenno con il capo in direzione della nave.

- Non credo, non li ho visti. Anche tu pensi che ci stiano seguendo? -

- Ho questa sensazione. -

Proprio in quel momento il brigantino spiegò le vele e sparì velocemente all'orizzonte.

- Qui non sono scesi. - affermò Enceladus

- Forse ... - rispose pensieroso Harry.

- Da che parte dovremmo andare? - Chiese Luna

- Non ne ho idea ... - Rispose Harry

- ... ma il luogo sicuramente ci mostrerà la via. - Concluse Demelza.

Tornarono sulla spiaggia, l'incantesimo Proteus era stato portato a termine con successo. Se si premeva con il pollice sinistro il retro della moneta, sulle corrispondenti facce delle altre, appariva il luogo in cui si trovava chi stava chiamando. Le monete vennero riconsegnate ai legittimi proprietari.

- Semplicemente geniale sei grande Hermione! Mai visto un simile incantesimo altro che M.A.G.O. - si complimentò Neville

- Grazie. - rispose imbarazzatissima.

- Bene ora che facciamo? - chiese Mirina

- Decidi, tu sei il capo. - Esclamò Ron

Harry si guardò intorno poi notò un punto al margine della foresta dove i cespugli sembravano di un verde molto più brillante degli altri, quei cespugli stavano ai lati di quello che poteva essere un passaggio che si inoltrava nella foresta.

- Va bene, dirigiamoci nella foresta, vedo una specie di sentiero davanti a noi. -

- Si – disse Neville – continua all'interno, ne ho esplorato un piccolo tratto. -

Si inoltrarono all'interno, il sentiero si snodava tra alberi secolari e cespugli verde intenso, il sole filtrando tra il denso fogliame rendeva vividi i colori della vegetazione, gli uccelli non smettevano di cantare. La leggera salita non si faceva troppo sentire nelle gambe degli escursionisti, che tenevano un buon passo. Erano alcune ore che stavano camminando e i morsi della fame si fecero sentire, sopratutto nello stomaco di Ron. Raggiunsero una piccola radura circondata da alcune rocce e improvvisarono un pranzo.

- Se non sbaglio per arrivare in Perù ci vorranno diversi giorni forse mesi di cammino. - Esordì Hermione.

- Penso di si. - Confermò Enceladus

- Non penso che noi possiamo disporre di tutto questo tempo. - Disse preoccupato Neville.

- Hai un'idea migliore? - Chiese Ron leggermente indispettito.

Nè Neville né nessun altro ribatté, finirono di mangiare e tutti si volsero verso Harry che se ne stava tranquillo sorseggiando un bicchiere d'acqua. Ricambiò il loro sguardo e notò un certo sconforto seguito da un'espressione interrogativa, si aspettavano una risposta e doveva essere convincente.

- Non ho un'idea migliore, non so niente più di voi. Posso solo dire che siamo giunti fin qui abbastanza velocemente grazie a delle "coincidenze". Vi posso assicurare che le coincidenze non esistono, l'ambiente risponde alle vostre-nostre aspettative e ogni volta come risposta manda un segnale, l'abilità sta nel cogliere questo segnale. Per esempio perché siamo andati a Liverpool? -

- Già me lo sto chiedendo anch'io. Perché? - Chiese Ron

- A causa del giornale che leggevo vero Harry? - Rispose con quel suo tono svagato Luna.

- Si! Stavo pensando come arrivare in Perù quando leggo nel tuo giornale la pubblicità di una Crociera per Maghi e il porto di partenza era Liverpool. Per me quello era il segnale, come lo è stato incontrare quell'avventore all'osteria che solo lui riusciva a distinguermi nonostante esercitassi la disillusione. -

- Quale segnale hai visto qui? - Chiese impaziente Ron

- Per ora nessuno ma anche voi potreste vederli e farli notare, vi ricordo che facciamo tutti parte dello stesso progetto. -

- Sta succedendo qualcosa di strano. - Disse improvvisamente Demelza

- Si gli uccelli hanno smesso di cantare. - Disse Hermione estraendo la bacchetta – Sta diventando sempre più scuro come se il sole fosse coperto da nubi, ma il cielo sopra di noi è azzurro. -

Allarmati estrassero contemporaneamente le bacchette e si misero di spalle uno contro l'altro. Ombre scure furono viste da Mirina aggirarsi nei cespugli mentre Neville sentì un odore di uova marce provenire dagli stessi. Gli amici sempre più allarmati si strinsero al centro della radura con le bacchette pronte a colpire quelle strane creature ombra che saltavano come canguri li intorno. L'attesa fu interminabile, poi i rumori si attutirono, ci furono istanti di completo e terrorizzante silenzio poi si udì un sibilo seguito da uno strillo acutissimo. Come un sol uomo i componenti la spedizione decisero di avviarsi di gran carriera verso la direzione opposta a quella da dove proveniva quell'infernale urlo. Corsero per lungo tempo sul sentiero in salita che stava diventando sempre più ripida con il cuore di ognuno di loro che cercava di uscire dal petto, non così Harry che pur seguendo i suoi amici non appariva così spaventato. Quando si accorse che la crisi di panico stava per esaurirsi si portò davanti al gruppo e fece loro segno di fermarsi. Si fermarono, erano su un crinale di una montagna potevano vedere il versante opposto e laggiù in fondo scorreva un fiume, ripresero fiato riordinarono le idee, ascoltarono con attenzione ma non si udiva nulla all'infuori dei consueti rumori della foresta e del canto degli uccelli. Poi Luna parlò:

- L'ho intravisto probabilmente si trattava dei chupacabra, creature simili ai rettili dalla pelle squamosa grigio-verdastra e spine appuntite lungo la schiena. Alti circa un metro, saltano come canguri fino a sei metri. La loro faccia è simile a quella di un cane, lingua biforcuta e grandi zanne sono altre loro caratteristiche, si dice che sibilano e strillano quando sono allarmati e puzzino di uova marce. I loro occhi possono mandare bagliori di un insolito rosso che disorienta le loro vittime. -

- Oh si! - dissero in coro Mirina e Neville.

- Se sono davvero quelle creature, allora il luogo dal quale provengo è qui vicino. E penso sia bene evitarlo dal momento che sono stata scacciata intimandomi di non fare ritorno pena la morte. - Disse Mirina

- Che hai combinato? - chiese curioso Ron

- Vedi ho insultato la Madre, ovvero colei che comanda le donne guerriere. Non mi andava che non ci fosse permesso alcun contatto con l'esterno e nemmeno con i maschi del mio popolo che tiene come schiavi nelle grotte. Il loro compito è più o meno quello degli Elfi domestici provvedere alla sussistenza del gruppo tramite quei lavori casalinghi che da voi vengono demandati alle donne o agli elfi domestici stessi. Per questa grave mancanza di rispetto fui scacciata dalla comunità nonostante fossi la più alta in grado tra le mie compagne. -

- Capisco, forse sarebbe meglio andarcene subito. - Disse Hermione.

In quel momento si sentì un forte rumore di rami spezzati proveniente dalla macchia più fitta appena sopra di loro. Sembrava che alcune persone camminassero nel bosco, al che Harry, Mirina, Ron e Enceladus andarono furtivamente a vedere di che cosa poteva trattarsi. Ognuno scelse un percorso diverso per dirigersi verso il luogo dal quale proveniva il rumore. Passarono una decina di minuti Harry, Ron e Ency furono di ritorno quando si udì un lungo grido di donna seguito da un innaturale silenzio.

- Hanno catturato Mirina. - Disse Harry.

- Oh ma quella ragazza sa il fatto suo, sai l'ho vista combattere e non vorrei litigare con lei. - Disse Ron

- Hai ragione è molto brava. Ma se lo sono anche le sue ex compagne, come è ovvio, allora non aveva scampo. - Rispose Harry.

- A proposito Harry non ci hai mai detto di come sei diventato così abile nel combattimento corpo a corpo. - Chiese Hermione

Quando farà buio andremo a cercare di liberare Mirina, quindi abbiamo ancora un po' di tempo, così posso raccontarvi la storia. Quando arrivai nel mondo degli Orchi ero quasi morto, facevo fatica a muovermi, per lanciare i due inutili incantesimi avevo raccolto tutte le mie forze, ovviamente sprecate. La mia anima era stata catturata e le mie energie erano praticamente zero. I miei due salvatori avevano stilato un programma per farmi recuperare le forze, se da una parte avrei dovuto recuperare l'energia che avevo "congelato" a causa delle vicissitudini della vita dall'altra avrei dovuto farla circolare nel modo migliore per evitare di disperderla nuovamente. La seconda parte dell'aiuto trattava questa cosa e mi fu insegnato come combattere. In effetti il combattere in questo modo è solo un'attività collaterale del far circolare bene la nostra energia. -

- Vi ho visto allenarvi tu e Mirina, siete bravissimi. Micidiali forse ma bravissimi. - Disse Ron ammirato.

- Grazie! Prepariamoci sta già diventando buio. -

Aspettarono che si facesse buio e poi si mossero nella direzione dove avevano visto per l'ultima volta la loro compagna, le luci delle loro bacchette illuminavano il sentiero disegnando ombre inquietanti lungo il percorso. Riuscivano a seguire le tracce abbastanza facilmente, impronte, rami spezzati, segni di lotta e cespugli piegati indicavano loro la strada che i rapitori avevano percorso con Mirina. Camminarono per circa mezz'ora senza incontrare intoppi, poi si sentirono rumori di rami spezzati alla loro destra, lo spavento assalì il gruppo e ci fu un disorientamento generale.

- State vicini e non fatevi prendere dalla paura. - Li esortò Harry – Proseguiamo! -

Dubbiosi, ripresero il cammino la foresta in quel punto era più fitta e buia, la visibilità era ridotta a pochi metri davanti alle bacchette. Oltrepassarono dei grossi massi lungo la scarpata alla loro destra poi trovarono il sentiero ostruito da alcuni grossi massi. Quando giunsero all'ultimo un forte rumore di rami spezzati e ghiaia smossa li immobilizzò. Si voltarono all'unisono verso la fonte del rumore e scorsero una figura femminile che stava tendendo un arco.

- Stupeficium! - Dalla bacchetta di Ron usci un fascio di luce rossa che scaraventò la donna lontano.

D'istinto il gruppo si mise a correre riparandosi tra gli alberi che costeggiavano la sinistra del sentiero che stava incominciando a salire in modo considerevole. Il gruppetto ora si stava inerpicando tra le rocce mentre tra di loro scorrevano brividi di stanchezza e di terrore, solo Harry sembrava abbastanza lucido e rilassato, il che infondeva un minimo di coraggio ai suoi amici. A un certo punto sentirono di essere inseguiti ma non riuscendo a distinguere le persone responsabili, scagliarono qualche maledizione che andarono a vuoto. Ripresero a correre il più velocemente possibile con Harry in retroguardia che cercava di dire loro di calmarsi ma ormai il panico aveva contagiato il resto del gruppo, il terrore aveva annebbiato loro la mente e riuscivano solo a pensare alla fuga. Le forze cominciavano a venire meno ma arrivarono in cima alla salita, vi erano degli alberi giganteschi e il luogo era incredibilmente simile alla foresta proibita di Hogwarts. Sullo sfondo si stagliava una liscia e ripidissima parete rocciosa. Erano bloccati, davanti la parete e dietro gli inseguitori. Si fermarono impauriti spalle alla roccia e con le bacchette puntate verso gli alberi da dove probabilmente di li a poco sarebbero usciti gli inseguitori, stavano ansimando stremati sia per la corsa sia per la paura provata. Dopo poco emersero dagli alberi con gli archi tesi pronti a colpire una ventina di splendide ragazze. Le bacchette fremevano nelle mani dei fuggitivi e quando sembrava che la battaglia dovesse iniziare Harry disse:

- Non combattete lasciamoci catturare. -

I suoi compagni lo guardarono stupiti e increduli ma il suo sguardo mostrava una sicurezza tranquillizzante al che misero via le bacchette. Le Amazzoni li circondarono e fecero loro segno di seguire quella che sembrava fosse il capo della spedizione. Le altre si misero dietro ai prigionieri pronte a colpire se avessero tentato la fuga. Stavano costeggiando la ripida parete rocciosa, quando Hermione si avvicinò ad Harry e parlando sottovoce chiese:

- Perché ci siamo fatti catturare senza combattere? -

- Intuizione, il vice dell'Ammiraglio, Henry, nel salutarmi mi disse "fatevi catturare dalle bellezze del luogo", in quel momento quella frase mi sembrò un tantino strana, ma ora penso di averne capito il significato. -

- Sei tutto matto, spero tu sappia quel che fai. -

Harry la guardò severamente poi le regalò il più rassicurante dei suoi sorrisi senza proferire parola.