I Colori dell'Amicizia
- June 5th, 2014
- -
- Maya_Mondlicht
Una ragazza, dai capelli biondo sporco che cadevano, scompigliati, fino alla vita, avanzò quasi saltellando verso una porta verso l'arazzo raffigurante Barnaba il babbeo bastonato dai Toll. Aveva un’aria sognante e guardava meravigliata ogni cosa con i suoi occhi slavati e sporgenti. Si fermò di scatto ed il movimento improvviso fece scontrare tra loro i tappi di Burrobirra, legati insieme che formavano un curioso bracciale.
«Mi sono sempre chiesta perché i Troll non abbiano apprezzato le lezioni di danza classica impartite loro dal generoso Barnaba» commentò a voce bassa fissando la scena raffigurata, poi si voltò verso la parete opposta e fissò alcuni istanti il nudo muro.
«Chiunque vi entra potrà ottenere tutto ciò di cui necessita: fra le sue mura, infatti, qualunque cosa può apparire magicamente, tranne, forse, il cibo e poco altro» la ragazza si ripetè ciò che sapeva su della stanza delle Necessità in cui, l'anno precedente, durante l'epoca del "terrore Umbridge" si erano svolte le esercitazioni dell'ES.
«Vorrei un luogo dove poter organizzare un party con tutti i miei amici… oggi è il 15 febbraio, un giorno speciale, perché festeggio il mio sedicesimo compleanno ed è anche la festa dei single» mormorò fissando l’arazzo ed iniziando a passeggiare.
«E se qualcuno fosse già dentro?» Si chiese, mentre passava la seconda lungo il muro.
«Le proprietà di questo locale incantato non sono ancora completamente note e vi sono tante fantasiose ipotesi che lo riguardano; una delle più accreditate sostiene che, teoricamente, vi sia una Stanza delle Necessità per ogni persona, ne consegue che possano esisterne differenti ‘versioni’ contemporaneamente.»
Passando la terza volta, le tornò in mente una frase che aveva letto da qualche parte ma non riuscì a ricordare con esattezza dove, perché avessi letto quest’affermazione, perché all’epoca non le aveva dato importanza.
POFF
Con suono sordo la magica porta comparve, Luna era curiosa di vedere come la Stanza delle Necessità avesse esaudito la sua richiesta e si affrettò ad entrare.*
«Potrei sbagliare ma assomiglia moltissimo alla mia cameretta» commentò guardandosi intorno.
La stanza non era molto luminosa, poiché le tende a fiori erano chiuse, Luna le scostò appena e subito la luce nivea del sole invernale rischiarò l'ambiente. La ragazza si sedette sul letto dalle coperte color pervinca e prese in mano la foto sul comodino. C’era un po’ di polvere, ma Luna la levò con la manica della divisa. Una donna dai capelli biondi, proprio come i suoi, le sorrideva.
«Mamma» mormorò la giovane strega con un misto di dolcezza e malinconia. Posò la grande foto e si sdraiò sul letto. Si sentiva a casa, ciascuna cosa le era familiare. Fino all'anno precedente per tutti era "Lunatica Lovegood", una ragazza un po' stramba a cui fare i dispetti e rubare le scarpe ma poi, per sua fortuna, aveva conosciuto delle persone sincere, di cui si poteva fidare e che non la giudicavano per la sua eccentricità o, se lo facevano, era sempre in modo affettuoso e rispettoso. Erano dei veri amici. Perciò aveva deciso di organizzare quella festa a sorpresa; tutto doveva essere perfetto ed unico ma non solo, voleva che a ciascuno di loro restasse un ricordo di quella giornata ed una testimonianza del suo affetto. In un primo momento, aveva pensato ad una fotografia, ma le era sembrato troppo banale. No, voleva qualcosa fatto con le proprie mani.
«Vediamo se qui è davvero tutto come in camera mia…» disse sfilando la bacchetta dalla tasca sinistra e puntandola verso un mobile laccato color carta da zucchero. Mormorò un incantesimo di appello, l'anta si aprì ed, immediatamente, sfrecciarono verso di lei un paio di pennelli, qualche tubetto di colore acrilico, una tavolozza di legno ed un vecchio bicchiere a fiori mezzo scheggiato.
Luna si sedette a gambe incrociate sul letto, il contenitore e puntandovi la bacchetta enunciò la formula «Aguamenti». Subito dell'acqua pulita riempì per metà il bicchiere. Poi prese il tubetto dell'oro e la tavolozza, quindi, vi schizzò sopra il colore. Quindi, afferrò il più piccolo dei pennelli e lo intinse prima nell'acqua e poi nella tempera.
Con il pennello imbevuto di colore in mano esitò un attimo, guardandosi intorno e chiedendosi dove poteva dipingere. I muri erano rivestiti di una curiosa carta da parati che riproduceva animali fantastici sconosciuti ai più, Blibbering Humdinger, Crumple-Horned Snorkacks, Gulping Plimpy, Heliopath, Wrackspurt, quindi, optò per il soffitto che era rivestito di carta da parati color uovo di pettirosso.
Per arrivarci, Luna accatastò delle scatole di dimensioni e colori diversi che aveva sotto il letto e che, nelle sua "vera" stanza, usava per il cambio di guardaroba, poi, vi salì sopra.
«Non sembrano molto stabile ma mi dovrebbero reggere…» si disse ondeggiando pericolosamente.
Faticò un po' per trovare l'equilibrio, bilanciandosi sui piedi e spostando il baricentro da una parte e dall'altra, poi, quando le parve di avere trovato la posizione migliore, iniziò a dipingere.
Accuratamente, scrisse con una calligrafia minuta, per tutto il soffitto, una sola parola. Amici. Non ci impiegò molto, poi saltò a terra ed osservò il proprio lavoro. Dal basso sembrava una sottile catenella d’oro scintillante.
«E' carina ma non basta… non per per persone speciali come loro» esclamò scuotendo il capo.
Poi prese il tubetto del nero, spalmò un po' di colore sulla tavolozza e, dopo aver sciacquato con cura il pennello sottile nell'acqua, ve lo intinse, infine, salì di nuovo sulle scatole. Tracciò con cura sette figure e dopo prese i colori.
«Ecco così va molto meglio…» commentò osservando le sette figure che aveva tratteggiato, poi appellò i tubetti di tempere colorate ed inizio a colorarle una alla volta.
Iniziò a dipingere dal centro, dove c’era la faccia sorridente di un ragazzo con una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Voleva molto bene a Harry che le aveva insegnato a combattere ed a non arrendersi mai… inoltre, le aveva dato l’occasione di conoscere nuove persone, sincere, come quelle disegnate accanto a lui.
«Grazie Harry!»
Luna passò dall’estremità destra del soffitto, dove la guardava allegro un ragazzo con un’aria un po’ confusa: Neville. La ragazza si rese conto di quanto fosse cambiato Neville in quell’anno; non era più il ragazzo goffo e timido che aveva conosciuto sul treno per Hogwarts. Lui le aveva insegnato a non farsi ingannare dalle apparenze e si er dimostrato un vero amico.
«Grazie Neville!»
Luna si spostò di nuovo verso il centro del soffitto. La divertiva andare da una parte all’altra. Questa volta, ad aspettarla c’era un ragazzo dai capelli abbastanza lunghi con il viso coperto di lentiggini: Ron. Usando il rosso Tiziano colorò la sua folta capigliatura, un tocco di colore che conferiva allegria al soffitto. Lui le aveva insegnato che non si deve mai smettere abbattersi e che, se si vuole si può migliorare se stessi e gli altri.
«Grazie Ron!»
Poi, usando lo stesso colore ma rendendolo un po' più carico e fiammeggiante, passò a due figure quasi identiche poste più in alto di tutte le altre: Fred e George.
Già le mancavano le loro battute che la facevano ridere a crepapelle. Loro le aveva insegnato che una risata risata può cambiare la vita e che, anche gli scherzi, se fatti con affetto potevano non essere poi tanto male.
«Grazie George» disse rivolgendosi alla figura di destra.
«Grazie George… Grazie Fred» ripetendosi spostando gli occhi su quella di sinistra.
Con il pennello ancora intinto nel rosso stava spostandosi verso la figura di una ragazza all'estremità sinistra per colorare le figura di una ragazzina dai capelli corti e lisci, quando, le parve di vedere dei Gorgosprizzi svolazzare intorno a lei.
Prontamente Luna cercò di scacciarli agitando le mani, ma l'unico risultato che ottenne fu che sia la tavolozza sia il pennello le caddero a terra.
«Accidenti, ora i colori si sono mischiati… e devo ripulire tutto quanto, prima di proseguire» imprecò saltando di nuovo sul pavimento.
«Gratta e netta…» disse puntando la bacchetta prima sulla tavolozza e poi verso il pavimento.
«Dove ero rimasta?»
Si chiese guardando, poi strizzò alcuni colori sulla tavolozza e si arrampicò di nuovo sulle scatole traballanti.
«Be', tanto che ci sono finisco prima il centro…» decise intingendo il pennello i diversi colori fino ad ottenere una sfumatura di castano, poi si dedicò ad un'altra: una ragazza dai folti capelli ricci e colorò gli occhi che sembravano straordinariamente sveglio ed intelligente. Luna intinse il pennello nel marrone e accuratamente seguì le curve dei lunghi capelli mossi ed ecco che, come per magia, apparve Hermione. Lei le aveva insegnato che non ci si doveva vergognare delle proprie idee, anche quando tutti le giudicavano balzane, e che si doveva lottare per i più deboli.
«Grazie Hermione!»
Poi, Luna si spostò davanti alla sagoma di una ragazza dai capelli corti e lisci, quella che stava per colorare prima che i Gorgosprizzi la infastidissero. Di nuovo mescolò giallo e rosso per ottenere un arancio carico, così, apparve più giovane degli Weasley, Ginny. Come poteva ringraziarla? Da sempre l’era stata accanto, l’aveva difesa, poi le aveva fatto conoscere quelle persone che ora si trovavano accanto a lei. Lei le aveva insegnato il valore dell’amicizia e la gioia di stare in compagnia.
«Grazie Ginny!»
Con un ultimo tocco di colore, Luna finì di dipingere, colorando la figura all'estremità opposta, una ragazza dai capelli biondi, la sola vestita di blu-bronzo: se stessa.
«Ora, ci siamo tutti» commentò, osservando soddisfatta il proprio lavoro.
Saltò a terra e puntò la bacchetta sull'affresco appena terminato mormorando una formula incomprensibile.Subito le figura dipinte trassero un profondo respiro e la fissarono, alcune le sorrisero, altre la salutarono con la mano. L'opera era davvero finita.
«Devo sbrigarmi, fra poco i miei amici arriveranno» esclamò guardando il suo orologio da taschino viola a forma di Radigorda.
Fece scomparire una ad una le scatole che le erano servite come scala sotto il letto e con sapienti tocchi della bacchetta materializzò festoni colorati lungo le pareti, infine, sulla scrivania fece comparire una torta, dei pasticcini dall'aspetto invitante, diversi tipi di budini (i suoi dolci preferiti) e delle grandi caraffe contenenti succo di zucca e Burrobirra, che il suo adorato papà aveva amorevolmente preparato con le proprie mani e che le aveva fatto recapitare quella mattina stessa insieme ad un bigliettino.
Luna lesse di nuovo le parole scritte dal genitore e gli occhi le si riempirono di commozione, ricordando di quando gli aveva parlato del suo desiderio di organizzare una festa e gli aveva chiesto i galeoni necessari ad acquistare i dolci, le bibite ed il resto da Mielandia. Lui aveva scosso il capo ed i lunghi capelli simili alla saggina di una scopa, e le aveva risposto che avrebbe pensato lui a tutto e che avrebbe superato se stesso per stupire gli amici della "sua Luna" con la cucina di Casa Lovegood.
Ed era stato di parola, le pietanze che aveva cucinato erano davvero straordinarie: c'erano perfino il budino di Radigorda e gli Scrofoli alla crema che lei adorava.
«Grazie papà...» mormorò la giovane strega assaggiando un pezzetto di Sfogliotto Strombazzante al cioccolato.
«Ora è tutto pronto... sono proprio curiosa di vedere che diranno assaggiando le leccornie di papà e che faccia faranno quando vedranno il mio disegno...» commentò sorridendo felice, poi, si sedette sul letto e, continuando ad ammirare l'affresco animato sul soffitto, attese l'arrivo dei suoi amici.
CLANG
Poco dopo la porta si aprì all'improvviso e, uno alla volta, sei dei ragazzi ritratti sul soffitto, entrarono con fare circospetto.
«Ancora non so come ringraziarti, Luna: se non mi avessi cercata tu, mia madre mi avrebbe incastrata per aiutarla a organizzare il menu per la cena di Pasqua. Ti rendi conto? Siamo ancora a metà febbraio, non è un po’ presto per occuparsi di queste cose?» esclamò Ginny abbracciando l'amica.
«Ah, ma se non cominciasse così presto non riuscirebbe a rimpinzarci in quel modo» scherzò Ron, inserendosi nella conversazione.
«Insomma, tu saresti pronta a rinunciare così su due piedi ai suoi manicaretti?» Commentò uno dei gemelli.
«Poi per le feste comandante dà il meglio di sé, lo sai anche tu» gli fece eco l'altro.
«Purtroppo lo so fin troppo bene, già è stato difficile farle accettare la mia nuova dieta» brontolò Ginny prima di abbracciare il fratello e schioccargli un bacio sulla guancia.
«Però i banchetti di vostra madre sono davvero deliziosi, io a Privet Drive me li sogno» commentò Harry leccandosi i baffi.
«Dovresti restare alla Tana con noi… quel posto è orrendo ed i tuoi zii sono persone insopportabili» intervenne Ron posando una mano sulla spalla dell'amico.
«I signori Durseley sono davvero così tremendi?» chiese Luna.
«No, in effetti, no… sono molto peggio» rispose uno dei gemelli.
«George ma tu li hai conosciuti?» gli chiese la Corvonero curiosa.
«Sono Fred, ancora non hai imparato a distinguerci?» Ribatté il ragazzo incrociando le mani sul petto.
«No, sono George, ci sei cascata di nuovo» esclamò il giovane mago scoppiando a ridere ed abbracciando la ragazza.
«Smettetela di prendere in giro Luna» li rimproverò Hermione severa, abbracciando la biondina.
«Scusa ma la tentazione è troppo forte… lo sai che lo facciamo solo perché ti consideriamo di famiglia, vero Luna?» Dissero in coro i due ragazzi assediandola da entrambi i lati.
«Certo che lo so… grazie di essere riusciti a venire nonostante i vostri impegni con il negozio» disse lei girando il capo da uno all'altro.
«Uhm, impegni è una parola grossa con l’inizio della scuola gli affari calano ogni anno, poi, dopo le feste di Natale e Capodanno è un vero mortorio» rispose Fred.
«Per fortuna Carnevale aumenta un po' le vendite» aggiunse George grattandosi il naso.
«E tutti i ragazzini sotto gli undici anni vengono qui a comprare qualunque schifezza sui tuoi scaffali» intervenne Ron, ridendo come un matto.
«Scusa Luna, ma perché ci hai fatto venire qui e, soprattutto, che cos'è questo posto?» Chiese Hermione con il suo solito senso pratico.
«Ehm, insomma, questa è la mia camera ed oggi è il mio compleanno» rispose tutto d'un fiato la Corvonero arrossendo vistosamente, mentre un silenzio imbarazzato piombò nella Stanza delle Necessità.
«Scusa… ma non lo sapevo» balbettò Ginny arrossendo.
«Nemmeno io…» le fece eco Hermione abbassando lo sguardo e maledicendosi per non averci pensato.
«Luna se, ce lo avessi detto, ti avremo preso qualcosa…» dissero in coro i gemelli che, per una volta, non avevano una battuta scherzosa pronta.
«Cercheremo di rimediare al più presto…» aggiunse Harry
«E ti prenderemo un regalo bellissimo, promesso» Ron finì la frase, e tutti annuirono.
«Ma no, ragazzi, non è necessario… il dono più bello me lo avete già fatto» ribattè lei sorridendo radiosa a ciascuno degli amici.
CLANG
La porta si aprì di nuovo cigolando e l'unica assente, Neville, entrò reggendo a fatica un enorme scatola.
«Buon compleanno, Luna, questo è da parte di…» il ragazzo non terminò la frase perché sette coppie di occhi lo stavano fissando con espressione interrogativa.
«Ma come, non vi aveva detto che sarei andato a Hogsmeade a prendere il regalo per la nostra cara Luna?» chiese stupito.
«No, assolutamente, no!» risposero i Grifondoro in coro.
«Ehm, forse me ne sono dimenticato…» mormorò abbozzando un mezzo sorriso imbarazzato.
Poi, procedette con il suo pesante fardello e lo posò ai piedi della Corvonero.
«Comunque sia, questo è per te da parte di tutti noi… più o meno» concluse sorridendo e schioccando una bacio sulla guancia di Luna.
«Non so come ringraziarti… ringraziarvi» sussurrò con gli occhi lucidi di emozione.
«Beh, tecnicamente, non devi farlo dato che non abbiamo fatto proprio niente» commentò Harry.
«Ma che dici? Abbiamo sudato sette camice per trovare il regalo» scherzarono i due gemelli ritrovando il proprio spirito gogliardico.
«Dai, aprilo che siamo tutti curiosi di sapere che cosa ti abbiamo regalato» la incalzò Ron.
«Sì, sì aprilo» ripeterono Hermione e Ginny.
«Certo, lo faccio subito» rispose Luna chinandosi per togliere il coperchio dalla scatola.
«E' fantastico… non ho mai visto un cappellino più originale e chic!» Esclamò estraendo un enorme copricapo a forma di testa di leone, con tanto di criniera.
«Sai… è a perché noi siamo tutti Grifondoro… così ti ricorderai di noi» spiegò balbettando Neville.
«Lo avevo intuito… sono una Corvonero mica per niente» ribatté sorridendo ed indossando il regalo appena ricevuto.
«Come mi sta?» Chiese mentre si girava da una parte e dall'altra.
«Bene» commento poco convinta Ginny.
«Di certo è molto adatto a te» tagliò corto Hermione, per tagliere tutti dall'imbarazzo: nessuno, infatti, avrebbe mai osato dire all'amica che era a dir poco ridicola.
«Sì, lo credo anche io… è delizioso» concordò Luna dopo essersi specchiata.
«Che sbadata, mi stavo dimenticando che anche io ho una piccola sorpresa per voi… guardate il soffitto!»
I ragazzi sollevarono la testa e rimasero tutti a bocca aperta vedendo l'affresco stregato che Luna aveva creato per loro.
«E' bellissimo!» esclamò Ginny stupita.
«Se un'artista!» disse Neville sincero.
«Meraviglioso!» commentò Ron esterrefatto.
«Se unica!» intervenne Hermione sorpresa.
«Straordinario!» aggiunse Harry ammirato.
«Quale sono io e quale Fred?» chiese uno dei gemelli.
«Ovvio, o sono quello più bello e tu l'altro!» gli rispose il fratello.
«Sono tanto felice che vi piaccia… ora la nostra festa può davvero iniziare!»
Concluse Luna ridendo felice con in testa un improbabile, imbarazzante cappello e circondata da veri amici. Quella sarebbe stata una festa di compleanno indimenticabile, la migliore della sua vita.